Eccoci, ci troviamo ora al ritorno di un’esperienza a dir poco “unica” nel suo genere, una settimana di “spiritualità” nella Comunità ecumenica di Taizé, in Francia, fondata da Frère Roger.
Come in molte altre occasioni, siamo partiti in condizioni veramente precarie, dopo mesi di preparazione, il giorno prima della partenza non sapevamo neanche chi veniva, e se ci sarebbero bastate le tende per dormire o se erano disponibili i pulmini per il viaggio, ma questo non era altro che un modo del Signore di chiamarci ad affidarci di più nella provvidenza (e nei giorni seguenti l’abbiamo dovuto fare!!). Già dalla partenza siamo entrati in un’atmosfera particolare: l’inizio del campo, con l’Eucarestia celebrata a Castelferretti, dal nostro Assistente spirituale che ci ha accompagnato, Don Michele. C’erano molte altre persone e alcuni membri della Presidenza diocesana di AC che, pur non partendo con noi, hanno partecipato e ci hanno accompagnato con la preghiera.
Arrivati su, neanche sembrava vero: ce l’abbiamo fatta! Carichi di entusiasmo, montiamo le tende! Ma lì, in agguato, un acquazzone ci prende in pieno e crolla una delle tende più grandi. Poco male, noi stavamo pregando, già immersi in quello stile di abbandono all’essenzialità e alla tranquillità tipico di Taizé.
La prima notte alcuni hanno dormito nei pulmini, un po’ scomodi, ma forse è stato proprio propedeutico per affrontare il resto della settimana. Il tempo si è come fermato, alcuni ragazzi il lunedì mattina mi hanno chiesto se fosse giovedì o venerdì! Capisci come tutto prende un’altra forma quando non ti senti oppresso dai ritmi serrati che la vita di oggi a volte ci impone. Inutile spiegarvi la bellezza della preghiera, eravamo circa 4400 giovani, provenienti soprattutto dall’Europa, eppure in Chiesa si respirava un tale raccoglimento…. Se pur da un occhio esterno la preghiera poteva sembrare lunga, noiosa, piena di momenti di silenzio…
Molte cose, purtroppo, sono difficili da spiegare e secondo me vanno vissute, non c’è alternativa! Poi, certo, essendo tanti pensavo a chissà quali problemi organizzativi avremmo potuto incontrare, a partire dalla distribuzione dei pasti, invece mi sono reso conto che quando si ha la pace nel cuore, non importa niente: nessuno spingeva, nessuno si innervosiva, regnava quello che i “Frère” hanno chiamato il “sorrriso di Taizé”. Il resto della giornata era organizzato in lavori e catechesi bibliche (siccome eravamo tanti i lavori erano finiti per fortuna!). Ero un po’ preoccupato perché io faccio parte di quella categoria di persone che conosce le lingue superficialmente. La provvidenza ha voluto che mi mettessero addirittura a tradurre per altri! Non so cosa avranno capito, ma so per certo che è avvenuto qualcosa di straordinario: nei gruppi di condivisione eravamo cattolici, protestanti, anglicani… c’era anche un gesuita con noi, eppure si è creata subito una comunione impressionante, non di rivalità, ma di condivisione di esperienze simili, se pur in confessioni diverse.
Se posso trovare un difetto a questa settimana è che non avevamo praticamente tempo libero, o per lo meno se cercavi di seguire tutto, non ti fermavi mai, però forse questo è un po’ lo stile che si chiedeva, non abbiamo avuto molti momenti di condivisione all’interno del nostro gruppo diocesano, dato che ognuno seguiva il suo percorso spirituale personale. Ci siamo riuniti il venerdì per celebrare l’Eucarestia, e il sabato per un momento di verifica “itinerante” (con una breve passeggiata e la merenda): è stato bellissimo sentire tutti toccati nel più profondo, commossi…. soprattutto nel pensare quest’esperienza stava per finire, perché ciò a cui ci chiama Gesù, e che a Taizé ha un’importanza speciale, è ritornare e portare a tutti la gioia di Cristo Risorto! Come insegna a Pietro nella Trasfigurazione: “Il vostro posto è là in mezzo a loro, l’amore che vi ho dato portatelo nel mondo, il Padre mi ha mandato e io mando voi”. A Taizé l’icona della Trasfigurazione è sempre sull’altare. Abbiamo inoltre avuto la fortuna di celebrarne la festa durante questa settimana (il 6 agosto), e come scritto nella Sacra Scrittura, abbiamo fatto delle tende, abbiamo dormito lì, ed è stato bello farlo in quel contesto. Questo non basta, dobbiamo portare a tutti la gioia che abbiamo vissuto!
Certo adesso fa un po’ strano tornare a casa, mangiare seduti a un tavolo, con forchetta e coltello… acqua e vino… però fa molto riflettere su cosa sia in realtà necessario e cosa fa parte del nostro “borghesismo”.
Difficile scrivere fino in fondo ogni nostra emozione relativa all’esperienza vissuta. Invito quanti leggeranno queste mie righe il 6 settembre ad Agugliano dove animeremo una veglia di preghiera sullo stile di Taizé. Un altro appuntamento eccezionale sarà celebrato durante le vacanze natalizie quando ci sarà il grande incontro internazionale di Taizé a Roma. Per quanti volessero assaggiare ciò che noi abbiamo vissuto è invitato a partecipare, per info http://www.taize.fr/it_article13752.html
Spero di poter dare di persona qualche testimonianza!
Giorgio Saraceni